La pieve di Santa Maria in Bredolo ha origini antichissime che si perdono oltre l’anno Mille. Costruita tra l’VIII e il IX secolo, fu il cuore religioso dell’antico Comitato di Bredolo, oggi Breolungi. Le strutture dell’abside e dell’absidiola meridionale denunciano, invece,  nelle nicchiette a fornice disposte a gruppi di quattro, e negli archetti pensili in cotto, gli elementi tipici dell’architettura romanica della seconda metà dell’ XI secolo. Durante il Medioevo, nonostante il sorgere e l’affermarsi del nuovo nucleo abitativo di Mondovì Breo, e la trasformazione della Pieve in semplice cappellania dipendente dalla Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, mantenne e ampliò la propria struttura, arricchita da cicli di affreschi ancora oggi visibili. In facciata un portico del XV secolo protegge gli affreschi quattrocenteschi di Rufino d’Alessandria raffiguranti il Cristo di Pietà tra la Madonna e san Giovanni apostolo, San Cristoforo (acefalo), la Vergine in trono con il Bambino, sant’ Antonio abate e san Lazzaro il lebbroso. All’interno, sulla parete della navata sinistra si trova un ben conservato affresco con i santi Stefano, Sebastiano e Bernardino da Siena, risalente al XV secolo e attribuito da alcuni al Mazzucco, da altri a Frater Henricus. All’inizio della navata destra spicca una tenera immagine cinquecentesca dell’Assuntacol Bambino, attribuita da alcuni a Sebastiano Fuseri, anche se altri lo ritengono opera della scuola del Maestro d’Elva. Un pilastro della navata centrale mostra un affresco quattrocentesco con san Bernardino e santa Caterina. Nella conca absidale sono emersi affreschi romanici del XIII-XIV secolo dove si riconoscono i santi Cristoforo, Antonio abate e Giacomo. Più recentemente sono emersi nuovi affreschi risalenti al XIII secolo con il Peccato originale e la cacciata di Adamo ed Eva, oltre a quelli trecenteschi della Madonna con il Bambino, santa Maria Egiziaca,san Giorgio e la Principessa liberata. Le cappelle laterali erano dotate, sino ai primi decenni del Novecento, di altari barocchi, il cui fasto è ancora percepibile nella macchina dell’altare maggiore, in cui s’inserisce il gruppo ligneo ottocentesco dell’Assunta dello scultore Antonio Roasio.Interessante l’ex voto del 1634 dedicato alla Madonna del Rosario. Nell’abside di destra sono state raccolte delle Epigrafi di età romana rinvenute in  loco, databili tra il I e il II sec. d.C.